Simone è con noi, alle 9 siamo già ad Oussouye, iniziamo subito il nostro lavoro, dobbiamo terminare in mattinata, nel pomeriggio arriveranno anche suor Domitilla e suor Paulette, dobbiamo discutere dei progetti futuri ed inoltre hanno invitato dei genitori che vogliono assolutamente conoscerci.
Con Simone va tutto meglio, esperti, ormai lavoriamo in fretta, rimane un problema, far sorridere i bambini più piccoli, Francesca ci prova anche con il solletico, ottenendo solo patetici contorcimenti. Hanno tutti l’aria timida e spaventata, appena Franca me ne indica uno, preparo la striscia col suo nome tenendolo stretto a me, la paura di sbagliare bambino è sempre tanta! Nel tenerli stretti sento i loro cuoricini battere all’impazzata, non capiscono bene cosa si voglia da loro, sicuramente le suore avranno spiegato ma è un concetto così difficile, loro sono così piccoli! Non posso far altro che accarezzarli e pensare che forse hanno qualche parente animista, chissà che strane storie hanno sentito sulle macchine fotografiche. Non c’è tempo per tentare di metterli a proprio agio, maledizione! Il lavoro continua veloce, prendo una bella bambina, Fatima (a proposito, non potete immaginarvi quanti siano i casi di omonimie), e la sistemo, Franca mi dice ridendo “Guarda che è la tua”, sta controllando la lista. Per la “par condicio” aiutiamo un bambino dell’orfanotrofio e uno del villaggio. Rapida la porto in un angolino, all’ultimo momento, giocando sugli etti dei kg. consentiti, le ho comperato una maglietta. Questa volta siamo stati severissimi con i benefattori, niente regali personali visti i limiti di peso, precedenza al materiale umanitario, solo fotografie o posta! L’ ultimo giorno però a qualcuno non ho saputo dire di no e ho riempito gli ultimi etti con qualche magliettina personale. Ora ho davanti la “mia” bambina, ho un’impalpabile magliettina per lei, non ho nessuna letterina , contavo di parlarci, raccontarle della mia famiglia, chiederle della sua, farle tante raccomandazioni! Invece eccola qui, le parole non vengono, già mi chiamano per continuare il lavoro. Come mi presento? Decido di non dirle un bel niente, le metto in mano la sua maglietta, spunta la consueta lacrimuccia, le dico “E’ per te”. Ringrazia compita ma perplessa, leggo il fumetto sopra la sua testolina “Perché proprio a me?” Le stampo un sonoro bacione sulla guancia e la rispedisco in classe. Ancora oggi si chiederà chi fosse quella strana Alulum lacrimosa che le ha regalato una maglietta verde acqua. Niente tempo per pensare, si continua! Terminiamo appena in tempo, per l’una. Nel pomeriggio sappiamo che arriveranno altri bambini che aiutiamo con storie diverse, da altri villaggi.. Dina è un po’ triste, ha saputo che la mamma della bambina che aiuta è poliomielitica e vive in carrozzella. Vorrebbe andarla a trovare ma il suo villaggio è distante e non si farebbe in tempo, Convinciamo comunque lei e Simone ad uscire a fare un giretto almeno lì attorno, poveretti, loro non sono riusciti a vedere altro che orfanotrofi, maternità e seminari, Simone ha fotografato il mare sempre all’alba o di notte! Noi ci sediamo con le suore che ci parlano ognuna dei problemi della propria struttura. Ci sentiamo veramente impotenti ma promettiamo di fare del nostro meglio. Arrivano gli altri bimbi con le famiglie, nuove emozioni e nuove foto. C’è una mamma in carrozzella, le hanno amputato un piede e devono amputarle anche l’altro, lei si oppone, vuol tornare a camminare per il suo bambino. E’ così giovane, bella e dignitosa! Non sappiamo che dire, ci fidiamo di Domitilla, è un caso che le sta molto a cuore. Arriva Marie Soleil, la neonata del nostro calendario, la sua mamma ,14 anni è morta di parto proprio mentre Francesca e Giulia erano lì ad Agosto. Per il momento la tiene la mamma di suor Domitilla. E’vestita come una bambolina, è tenera e bellissima.
Quante storie abbiamo ascoltato quel pomeriggio. Quanti giochi abbiamo organizzato, quante ancora le foto scattate… Giunge sempre troppo presto il taxi, dobbiamo salutare definitivamente, per questa volta non torneremo più ad Oussouye, Francesca è in un angolo che singhiozza salutando la sua prediletta, la piccola Paulette. Mi torna in mente un particolare del pomeriggio. Quando ci riuniamo per discutere i progetti, suor Paulette mi chiede di Francesca. Lei è molto comunicativa, eccezionale con i bambini ma… senso pratico ahimè! Quando ci sono da discutere problemi a tavolino non c’è mai. Anche questa volta la vedo sommersa dai bambini, divertirsi come una matta. Scuoto la testa e rispondo a suor Paulette” E’ fatta così! Lei è Francesca dei bambini” Suor Paulette ride contenta e dichiara “Oui, è vero… è Francesca dei bambini!” Capisco che è nato il suo nome africano! La chiamo, arriva controvoglia, abbraccia suor Clementine 2, nuova responsabile dell’orfanotrofio, le raccomanda i “suoi” bambini e le chiede se può sempre tornare come ospite, nella sua famiglia africana. Suor Clementine 2, tonda come una mela, la stritola in un abbraccio, la bacia sonoramente e le dice che la “sua” cameretta l’aspetta per Agosto.