Progetto CAPANNA DEL PARTO 2012-2014

Progetto CAPANNA DEL PARTO 2012-2014

Grazie alla testimonianza dell’amico e fotografo Federico Bravi il quale, in seguito alla sua esperienza presso la nostra maternità nel novembre 2010 ha realizzato un reportage fotografico intitolato “OLTRE IL CONFINE – UNA STORIA AFRICANA, scopriamo l’esistenza di un piccolo villaggio sul confine tra Senegal e Guinea Bissau.
In questo villaggio esiste una piccola “Capanna del parto” che funge da punto di raccolta per le numerose donne, provenienti da tutto il territorio che, in procinto di partorire, si mettono in cammino alla volta di Cabrousse per trovare assistenza durante il parto.

E’ un viaggio della speranza e insieme della disperazione: un viaggio che le future mamme devono compiere per dare alla luce i propri figli o per una semplice visita ginecologica, percorrendo decine di chilometri a piedi. Le giovani donne che cercano di raggiungere Cabrousse, il primo villaggio oltre il confine, spesso sono costrette a fermarsi nella capanna del parto, una casa di fango e paglia senza assistenza medica ed in pessime condizioni igienico-sanitarie. Un luogo davvero incredibile per chi non l’abbia visto di persona. L’ambizione di Amico Senegal si spinge fino a pensare di poter trasformare la capanna in un punto di arrivo che sia innanzitutto un vero riparo, dove possano essere prese almeno le essenziali misure igieniche e prestata l’assistenza primaria.

 

MARZO 2012
I volontari presenti sul luogo visitano per la prima volta la “Capanna del parto”, un’esperienza davvero toccante.

APRILE 2012
E’ la svolta per questo progetto finora rimasto un po’ in ombra a causa del più grande e impegnativo progetto “African Mama”.
In occasione dell’Assemblea annuale di Amico Senegal l’amico Davide Virardi, presidente dell’Associazione Tavolo8, annuncia che la sua carissima amica Marisa Borsani ha deciso di finanziare interamente la costruzione di una piccola maternità accanto alla capanna. Si chiamerà la “Capanna di Franco” in ricordo del marito scomparso recentemente.

MARZO 2013
Nonostante le mille difficoltà di gestione di un progetto oltre confine, lontano dalle nostre strutture, finalmente sono cominciati i primi lavori di costruzione e i volontari presenti sul luogo testimoniano la riconoscenza delle donne della comunità nei confronti di un progetto così importante per l’intera comunità.

APRILE 2013
Se è vero che il progetto ci ha messo un po’ di tempo a prendere forma, è altrettanto vero che i lavori hanno avuto una progressione sorprendente. Ad appena un mese di distanza dall’inizio dei lavori due nuovi volontari presenti sul luogo constatano con grande stupore quanti passi in avanti siano stati fatti.

MARZO 2014

I lavori di costruzione sono ultimati ed il momento dell’inaugurazione è arrivato, deciso per il giorno 14 Marzo. I nostri volontari, già in visita in quei giorni alle strutture di Cabrousse e Ossouye, sono invitati all’inaugurazione della Capanna di Franco in Guinea Bissau, insieme agli amici di Tavolo 8, Kasomai e diversi rappresentanti delle organizzazioni locali, politiche e religiose.

Il villaggio di Essoukoudiak accoglie la nostra spedizione con grande calore ed allegria e tutti possono ammirare stupefatti l’accogliente e funzionale struttura, costruita in cosi poco tempo. Inizia la cerimonia ufficiale dove i diversi rappresentanti delle organizzazioni coinvolte, incluse la nostra presidente Maretta e la fondatrice Francesca, si passano la parola, seguite da molteplici traduzioni in, Creolo, Diola e Italiano per assicurarsi che tutti comprendano.
I rappresentanti locali ringraziano per il supporto ricevuto dalle organizzazioni Italiane e sottolineano l’importanza di vivere insieme, in armonia, tra paesi diversi, Guinea Bissau, Senegal e Italia, per rispettare la terra che “appartiene a tutti”, come annuncia l’ex proprietario del terreno che è stato donato per la costruzione. Infine prende parola Marisa Borsani, la finanziatrice del progetto, che ricorda con parole toccanti la scomparsa del marito Franco a cui è dedicata la costruzione. Marisa taglia il nastro di inaugurazione e tutti entrano ad ammirare la capanna di Franco. La festa prosegue con un banchetto, danze e musica. I nostri volontari hanno anche l’opportunità di visitare la vecchia capanna del parto, la misera struttura di fango e paglia da dove tutto il progetto ha avuto inizio, grazie al fotografo Federico Bravi e alla guida di suor Domitilla.