Storia di un’avventura che non avremmo voluto affrontare

Pubblicato il 16 aprile 2022 in News

24 Febbraio 2020.

Ci siamo, si parte! È un viaggio importante per tutti noi, è il premio che ci concediamo per il duro lavoro che svolgiamo in Italia per Amico Senegal.

È il primo viaggio senza Luisella, la mia mamma; non possiamo mancare, dobbiamo e devo andare a condividere il mio, in nostro, dolore con la parte acquisita e colorata della nostra famiglia.

Ne abbiamo bisogno e ne hanno bisogno loro.

È un viaggio particolare per motivi di cuore, ma anche regolare per tutte le faccende da sbrigare.

Le difficoltà cominciano ancor prima di partire poiché AirItaly, nostro vettore, dichiara fallimento una manciata di giorni prima della partenza e dobbiamo inventarci ardite soluzioni per assicurarci di arrivare a destinazione.

Si parla anche di un virus che arriva dalla Cina, i telegiornali mostrano immagini di città blindate e strade vuote, di persone con mascherine, guanti, tute, occhialoni.

È brutto, siamo turbati, ma sembra essere un problema, per quanto devastante, troppo lontano per toccarci davvero; sì, c’è stato un caso a Codogno il 21 Febbraio 2020 e pare che ce ne siano altri, ma ci assicurano essere tutto sotto controllo.

Partiamo.

Senza se e senza ma.

La nostra missione è qualcosa di meraviglioso, non solo abbiamo condiviso il dolore, ma ho sentito in ogni momento mamma Luisella accanto a me; vicino a noi.

Ho capito, mamma ha deciso di stare lì con il suo spirito e a me sta bene.

Sono tranquillo a sapere che veglia sempre sui “nostri” villaggi e sono felice che possa gironzolare felice in un posto che ama alla follia.

I nostri bimbi stanno bene e le nostre strutture lavorano a pieno regime; quindi mamma c’è e sta bene;

Lavoriamo bene, lavoriamo tanto, sogniamo forte e in grande.

Amico Senegal c’è e noi portiamo a termine tutti gli obiettivi che ci eravamo preposti per la missione, elaboriamo progetti e accumuliamo tutto il buono che ci servirà per affrontare la fatica della distanza che ci dividerà per un anno.

Ci si avvia, purtroppo, alla fine della nostra missione.

È sempre necessario tornare purtroppo.

Manca ancora qualche giorno, il nostro rientro è fissato per il 14 Marzo 2020.

Da qualche giorno però le notizie da casa sono inquietanti: ci parlano di morti, di paura, di code al supermercato e di un profondo smarrimento.

Il Covid19 è arrivato. È terribile e non sappiamo cosa fare.

È il 9 Marzo 2020 e succede l’impensabile.

L’Italia entra in lock-down.

Le chiamate da casa sono ormai strazianti.

Ci avvisano che non è più come quando siamo partiti.

Bisogna stare in casa, con gli altri si è in pericolo.

Ci dicono di procurarci delle mascherine o di costruircele con la carta forno; di metterne due, di usare anche quelle per imbiancare.

Di stare attenti.

Flavia, mia sorella, rimasta a casa per lavoro, è in reparto e non ci vuole parlare di quello che vede e che vive; ci dice solo di non tornare in questo momento in Italia.

Alcuni di noi rientrano a casa l’8 Marzo come da programma, altri restano fino al 13 per poi imbarcarsi in un viaggio di rientro avventuroso passando dalla Francia.

Io, papà Gianandrea, Dany, Ilaria, Oriana, Saverio e Monica decidiamo di restare; abbiamo paura e ci sentiamo al sicuro in Senegal.

Siamo speranzosi che tutto si risolva nel giro di una o due settimane in modo da rientrare a casa in sicurezza.

Ci chiudiamo nel nostro alloggio e riduciamo i contatti a zero.

Il 16 Marzo 2020 il presidente Macky Sal annuncia il coprifuoco in Senegal e la chiusura di tutte le scuole.

Arriva il 18 Marzo 2020.

I camion militari di Bergamo.

Siamo ammutoliti, increduli e straziati perché siamo lontani e quello è un momento che sarà scolpito nella nostra anima di popolo per sempre; per la prima volta siamo tesi.

Vorremmo tornare subito a casa.

Il 28 Marzo 2020 ci godremo un viaggio in auto di 1.000 Km per raggiungere i sobborghi di Dakar; pare arriverà un aereo per l’Italia.

Torneremo il 4 Aprile 2020 e lo faremo solo grazie all’aiuto e al sostegno dei nostri amici, prima in Senegal, che ci hanno chiuso in un guscio e protetti, tutelati e accuditi, e poi in Italia dove hanno smosso mari e monti per far sì che si risolvesse una situazione comprensibilmente ingestibile in quel momento storico.

Una volta tornati, abbiamo dovuto elaborare; abbiamo dovuto imparare a muoverci in quello che era un mondo ormai alieno rispetto a poco più di un mese prima.

Siamo rimasti uniti e ci siamo sentiti amati come non mai.

Ho detto grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto molte volte, ma non credo riusciremo mai a ripagare pienamente quello che abbiamo ricevuto.

Passano i mesi, alcuni pieni di speranza e altri nei quali non sembra più possibile tornare alla vita com’era prima.

Amico Senegal fatica, serra i ranghi, ma è difficile perché la distanza, e tutti ne abbiamo saggiato il peso, è difficile da lenire.

È difficile mantenere alto il morale.

Non molliamo il Consiglio direttivo, i volontari e i sostenitori sono con noi e in Senegal ci sostengono, ci aspettano e contano su di noi.

Il 2021 chiarisce sin da subito che non sarà possibile recarsi in Senegal per la nostra spedizione abituale di Marzo.

È la prima volta che succede dal 2006 e nel nostro piccolo mondo è un altro avvenimento che ha il sapore di un qualcosa di imponderabile.

Soffro; soffriamo, ma c’è una sfida da vincere: dobbiamo dimostrare di essere presenti anche se distanti.

I nostri bimbi devono poter continuare ad andare a scuola, i nostri orfani devono poter avere a disposizione le risorse necessarie per stare bene; le nostre scuole devono continuare a formare piccole menti e insegnare professionalità.

Le donne dei nostri villaggi devono continuare a potersi recare nelle maternità trovando personale capace e situazioni igienico-sanitarie idonee.

Vinciamo noi.

Anche la distanza e l’impossibilità di presenziare non ha sconfitto i nostri sogni.

Amico Senegal, solo grazie all’affetto e alla fiducia che ripongono in questa associazione tutti coloro che ne fanno parte, dal Presidente a coloro i quali mettono un “like” su Facebook, riesce a confermare tutti i suoi progetti e consegue risultati ancora più rosei del previsto.

Nel 2021:

  • Più di 500 bambini aiutati nel proprio percorso scolastico.
  • Sostegno economico, sanitario e nutrizionale a due orfanotrofi per un totale di quasi 70 bambini.
  • Più di 400 parti eseguiti in sicurezza e in strutture idonee oltre a centinaia di visite ginecologiche.
  • Garanzia di uno stipendio per 15 donne in ambito educativo come personale negli orfanotrofi e sanitario presso le due maternità.
  • Visite specialistiche e trattamenti fisioterapici per bimbi ospiti degli orfanotrofi con necessità peculiari.

Non sono risultati scontati e, senza falsa modestia, nemmeno di poco conto.

È il nostro miracolo.

Nostro e di tutti coloro che hanno fiducia nella nostra visione e che condividono i nostri sogni.

Da poco è iniziato il 2022 e questo sarà ancora un anno di sofferenza e di rinuncia (per il secondo anno consecutivo non si svolgerà la tradizionale missione di Marzo), ma questo è l’anno nel quale si tornerà a sognare.

Prenderanno vita nuovi progetti e, finalmente, potremo riabbracciare i nostri meravigliosi sostenitori.

Presto meravigliosi aggiornamenti.

 

Il Presidente

Valerio Sormani