Pensieri e riflessioni di Fabiana

Pubblicato il 21 maggio 2011 in Testimonianze

Pensieri e riflessioni di Fabiana

Quello che posso dire della mia esperienza è che ho passato i primi giorni a stupirmi di ogni cosa… della natura delle persone, dei gesti ricevuti. Era la prima volta che mettevo piede in terra africana e che prendevo parte ad una spedizione di questo tipo, mi domandavo quanto contributo avrei apportato, ma sapevo di andarci più che altro per ricevere e per condividere un’esperienza forte. Certo è che chiedere ferie in un periodo un po’ insolito e investire un capitale per il viaggio nonostante io appartenga alla mitica “generazione mille euro” mi è sembrato del tutto naturale, qualcosa che mi apparteneva già.

Il popolo senegalese è capace di accogliere senza riserve o diffidenza, i bambini si precipitano a conoscerti, hanno un’educazione e una disciplina che non avevo mai visto prima su altri bimbi, e poi si tuffano in te reclamano la tua attenzione, accarezzano la tua pelle per studiarti per non parlare dei miei capelli biondi che per loro rappresentavano un gioco nuovo e curioso. Dieci giorni in Senegal equivalgono a sei mesi altrove, ci si addentra in un mondo diverso, dove anche l’approccio col bambino è differente: un occidentale appena un cucciolo piange si precipita a coccolarlo, a tirarlo su da terra…lì i bimbi crescono da soli, si accudiscono e si educano a vicenda ma lo fanno da bimbi, vivono la loro infanzia serenamente senza contaminazione da beni superflui o desideri dettati dai media, senza smania di prevaricazione sul prossimo. Vige un senso di condivisione, persino dalle piccole caramelle che donavamo loro riuscivano a ricavarne un angoletto da “ficcarci” in bocca e questa virtù resta anche una volta adulti.

Anche il gruppo di cui ho fatto parte ha contribuito a farmi apprezzare l’esperienza, sono stata accudita, ho ricevuto tanta attenzione e sono stata coinvolta nelle attività sebbene il mio contributo fosse piccino. In un gruppo così vario ho potuto assaporare varie emozioni, vari punti di vista e questo mi ha permesso di apprezzare in maniera più completa l’esperienza.

Mi sono innamorata dell’Africa, mi sono innamorata dei bimbi, ho scoperto cosa vuol dire essere apprensivi grazie a Nicholas, un piccino di tre anni con il quale è stato amore reciproco a prima vista e pur rischiando di cadere nella retorica provo un forte senso di gratitudine per quello che ho vissuto, per le emozioni incamerate e ormai sottopelle e per tutto l’amore ricevuto.

Fabiana Scamardella, volontaria