“L’esperienza che abbiamo fatto ci ha permesso di guardare oltre noi stessi”

Pubblicato il 21 maggio 2011 in Testimonianze

“L’esperienza che abbiamo fatto ci ha permesso di guardare oltre noi stessi”

di Laura e Stefano

Ciao, siamo Laura e Stefano, e quest’estate abbiamo deciso di trascorrere le nostre vacanze facendo volontariato in Senegal. Abbiamo potuto fare la nostra esperienza grazie ad “Amico Senegal” una piccola associazione “a conduzione famigliare” formata da persone con un cuore molto grande e tanta voglia di accogliere e aiutare il prossimo.
Amico Senegal sostiene l’orfanotrofio, la scuola materna ed elementare di Oussuoye e di Cabrousse e la piccola maternità di Cabrousse gestiti dalle Suore dell’Ordine Africano “Figlie del Santo Cuore di Maria”.
Siamo partiti ad agosto con un gruppo di 8 ragazzi e abbiamo trascorso due settimane nella regione della Casamance, a sud del Senegal.
Ora che sono passati circa 3 mesi è rimasto comunque difficile raccontare un’esperienza così intensa quale è l’Africa, e spiegare le sensazioni che un viaggio di questo tipo è in grado di trasmetterti.
Le ragioni che ci hanno spinto a partire erano la voglia di aiutare persone meno fortunate di noi, renderci utili, fare qualcosa di concreto.
Ognuno di noi si è cimentato in vari lavori, dall’imbiancatura di alcune stanze, al rifacimento di parti dell’impianto elettrico, a smistare e sistemare il materiale che arriva dalle varie donazioni, abbiamo cercato di rendere un po’ più confortevoli queste strutture che se pur fatiscenti rimangono preziose ed indispensabili.
Stefania, che diventerà ostetrica settimana prossima, aiutava in maternità ed ha avuto la fortuna, insieme ad alcuni di noi, di poter assistere a due parti e capire quanto siano coraggiose le donne senegalesi, che devono arrivare alla maternità a piedi, facendo anche più di 70 km.
Siamo stati con i bambini dell’orfanotrofio di Oussuoye sempre sorridenti, affettuosi e “affamati” di considerazione. Abbiamo giocato con loro, portandogli palloncini, caramelle, cose semplici perché basta veramente poco a questi bambini per divertirsi e per essere felici. E’ quasi devastante il confronto: loro non hanno niente, ma con questo niente sorridono sempre, noi abbiamo tutto e molto spesso ci ritroviamo col muso lungo tutta la giornata.
Qui, come in tutti i Paesi del terzo mondo, la vita non è affatto semplice, e i bambini sono i più colpiti dalle difficoltà. Spesso viene negato loro il diritto di essere bambini, di giocare, di studiare e di crescere spensierati. Ci sono alcuni bambini che, anziché essere a scuola sono costretti ad andare a lavorare per aiutare la famiglia.
E allora ti chiedi: perché esistono luoghi in cui un bambino non può essere soltanto un bambino?
Purtroppo non sappiamo darci una risposta.
In Senegal i bambini sono dei piccoli adulti, il poco che hanno lo condividono con i loro compagni e non li vedi mai versare una lacrima, possiedono una maturità ed una solidarietà che in Italia si fatica a conquistare anche in età adulta, il confronto con la vita ovattata dei “nostri bambini” viene da sé.
Il sorriso. La cosa che è rimasta stampata nella mente in maniera indelebile è il loro sorriso quando ci correvano incontro per la strada, ed erano felici di accompagnarci per il tragitto che facevamo e ce lo dimostravano con i loro sguardi.
Tanti di quegli sguardi ancora ci illuminano le giornate a distanza di tempo, ed è la cosa più preziosa che portiamo nel cuore.
E’ stato bello e divertente stare tra la gente, guidare un fiorino sgangherato per spostarci tra i villaggi, contrattare i prezzi per acquistare qualsiasi cosa, mangiare il cibo locale, affrontare la fatica lontani dalle nostre comodità.
Sicuramente abbiamo imparato a dare il giusto peso alle cose, a non dare per scontato nulla, come per esempio l’acqua corrente, l’elettricità che mancava molto spesso, la linea del cellulare, le strade asfaltate e tutte quelle cose che abbiamo intorno senza neppure rendercene conto.
Oggi, in un mondo sempre più egoista e superficiale, la generosità, la semplicità, la solidarietà e la gioia di vivere delle persone che abbiamo incontrato in questa terra povera ci hanno ricordato quali sono le cose essenziali nella vita che fanno la vera ricchezza.
Anche se lì il denaro manca sul serio, le persone continuano a sorridere alla vita molto più di noi, i « ricchi ».
L’esperienza che abbiamo fatto ci ha permesso di guardare oltre noi stessi, ci ha insegnato ad accogliere e accettare le persone con più facilità, senza pregiudizi, e soprattutto “di amare il nostro prossimo come noi stessi”.
Perché Gesù è il nostro prossimo.