Al ritorno

Pubblicato il 21 maggio 2011 in Testimonianze

Al ritorno

Al ritorno da ogni viaggio la domanda più ovvia, quella consueta che ci viene rivolta è: “com’è andata?”

Possiamo elencare i compiti che siamo riusciti a portare a termine, intoppi e complicazioni, verifiche dei progetti in corso e valutazione di quelli futuri. Possiamo raccontare avventure e disavventure.
La difficoltà però consiste nel riuscire a descrivere sensazioni ed emozioni, ciò che, crediamo, conti veramente!
Festa dell’inaugurazione della scuola: potrei cercare migliaia di aggettivi, ma come esprimere quell’affollarsi disordinato di pensieri che hanno colto quel buffo gruppetto, per l’occasione vestito alla senegalese?
Quel rendersi conto di essere lì a rappresentarvi tutti in qualcosa di infinitamente più grande di quanto ci aspettassimo? La presenza di tutte le autorità che riuscite ad immaginare, i discorsi impegnati che non avevamo preparato, l’ammettere di essere persone semplici … poco abituate a tanta “ufficialità” … solo commosse e felici.
Poi frenetici giorni di lavoro, 5 miseri giorni a disposizione per cercare di portare a termine tutto. Manca il tempo per assaporare, capire e rielaborare  Questo mi turba, soprattutto quando mi rendo conto che le 3 persone con noi per la prima volta, avrebbero bisogno di molto, molto più tempo! Ragazze, mi spiace davvero, per quelle volte che vi ho scovate in un angolo, nascoste … per piangere quando tutto era troppo … Un abbraccio veloce, una pacca, un kleenex e via … “dai, che è tardi”.
Le nostre cene notturne per fermarci, a fine giornata, in orfanotrofio a goderci finalmente i nostri bimbi.
Si corre, si corre … l’ultimo giorno, a metà pomeriggio, sfiniti, ci concediamo una breve pausa all’ombra. Mano ai cellulari per sentire casa … ma arriva una telefonata agghiacciante, uno dei nostri storici compagni di viaggio apprende che il padre è morto improvvisamente in un incidente automobilistico. Rimaniamo paralizzati, poi un frenetico passare di cellulari per tentare di capire di più e di organizzarci.
Quasi subito ricevo una telefonata di Francesca, sto per spiegare ma lei è sconvolta e in lacrime, ci deve comunicare che è morto improvvisamente, per un infarto, il sig. Messina, proprietario della ditta Flou. Passa anche l’agitazione perché crolliamo … riusciamo solo a chiederci “perché? … Perché?” Il nostro doveva essere un ritorno festoso anche per loro, carichi come siamo di foto, testimonianze e ringraziamenti. Rosario Messina e la ditta Flou hanno donato metà scuola! Molti di noi lo conoscevano personalmente … Siamo sopraffatti dai ricordi. Piangiamo tutti, senza ritegno, ci stringiamo uno all’altro … è troppo.
Arrivano le suore … poi i bambini. Ci guardano, i più piccoli scoppiano in singhiozzi, spalanchiamo le braccia, loro si aggrappano ai nostri colli e piantano il nasino nell’incavo delle nostre spalle. Il pianto dei grandicelli ci strazia, silenzioso e dignitoso … Dobbiamo perfino recuperarne qualcuno, tra i più timidi e riservati, che si nasconde … Li stringiamo a noi … Le suore chiedono timidamente se possono pregare … annuiamo … ci uniamo alla preghiera stringendoci ai bimbi, continuiamo a cullare i più piccoli. Le lacrime si confondono e hanno lo stesso sapore. Certo le suore hanno spiegato ai bambini, loro sanno bene che le persone che ci hanno lasciato hanno fatto tanto e li hanno amati anche se da lontano, ma quello che li sconvolge è vederci in questo stato. Li sentiamo “nostri” più che mai. La persona più colpita tra noi è anche la più coraggiosa, ci esorta a smettere, questi bimbi devono già fare i conti con i loro vissuti … dobbiamo farci forza e continuare, come da programma.
Allora diciamo ai bimbi che Loro non vorrebbero vederci star così male … presto, presto … via i fazzoletti e pensiamo ad organizzare la festicciola di arrivederci per la sera. Via a ordinare pizza e bibite per tutti.
Che serata magica e strana … Riusciamo a rinchiudere le lacrime nelle casseforti dei nostri cuori. I bambini danno il massimo, improvvisano un concerto con i cartoni della pizza e le bottiglie di plastica vuote. E si canta … e si balla … ci lasciamo trasportare dal ritmo, non pensiamo più a nulla, solo alla gioia di stare con loro. Le ragazzine intrecciano i capelli di Antonella, Fabiana, Luisa e Tania. Sono bellissime, sembrano spose. I bambini ci tengono d’occhio, vogliono capire se davvero stiamo meglio …
Il momento dei saluti è il più difficile, cala il silenzio, i bimbi, per l’ultima volta si contendono i nostri zaini e in muto corteo ci scortano fino al fiorino, li abbracciamo forte, solo tre parole “arrivederci a presto” …
Mi fermo qui, sento che la vostra sensibilità colmerà i vuoti che posso aver lasciato.
Ci saranno comunque le occasioni per mostrare a tutti foto e filmati della festa, i momenti più toccanti, la gioia e i lavori compiuti.
Riprendiamo coraggio … c’è ancora tanto da fare!
Ci piace pensare che ora, con Laura, anche Pietro e Rosario veglieranno su di noi.
Un abbraccio immenso ai coraggiosi amici e compagni di viaggio e a tutti voi!
Auguriamo di cuore a tutti una Pasqua di Pace e Serenità

Luisella e gli Altri