Sormani Francesca

Pubblicato il 4 febbraio 2007 in Testimonianze

Presidente di Amico Senegal

Mi chiamo Francesca ho 29 anni e con un gruppo di amici sto aiutando i bambini di un orfanotrofio, di una scuola materna e una maternità, in Senegal.
Perché proprio qui?
Il caso ha voluto che durante le vacanze di Pasqua 2005 io e la mia famiglia abbiamo deciso di trascorrere una settimana in Africa, avevamo bisogno di una vacanza, quel periodo era stato durissimo, pochi mesi prima mi ero sottoposta ad un delicato intervento alle gambe con una lunga degenza presso una Clinica riabilitativa.
Quando ai miei genitori è stato proposto da un gruppo di amici il viaggio in Senegal, ero scettica, camminavo ancora con l’ausilio di un bastone e sinceramente l’idea di un viaggio così lungo, in un luogo tanto lontano non mi entusiasmava affatto.
Comunque, tra mille perplessità ho deciso di partire e, devo ammettere che quella vacanza si è rivelata una meravigliosa esperienza di vita.
Il calore, la disponibilità, la dignità, l’orgoglio del popolo Senegalese, la sua “sete” di relazionarsi con tutti, il sistema di valori in cui crede, la flessibilità ma soprattutto il sorriso di bambini fantastici hanno subito colpito la mia vista, la mia mente ma, in particolare il mio cuore.

Poi un incontro speciale, quello con Suor Clementine, una giovane donna che, insieme ad altre sette suore più anziane dirige un orfanotrofio che accoglie bambini orfani di mamma di età compresa tra 0 e 15 anni. Inoltre Clementine insegna nella vicina scuola materna, frequentata da bambini che pur avendo famiglia vivono in condizioni di estrema povertà.
Una turista, ospite dell’albergo, aveva conosciuto Clementine tempo prima e l’aveva invitata a trascorrere una giornata con Lei.
Mi trovavo sulla spiaggia e ho notato questa “suorina” dall’aria un po’ esotica (è Afro-Belga), forse mia coetanea con due piccini, mi sono avvicinata a loro, volevo saperne di più.

Il giorno dopo mi hanno chiesto se desideravo visitare l’orfanotrofio, entusiasta ho accettato ed una volta arrivata ho deciso di lasciare il bastone in macchina, dovendo presentarmi a dei bambini e non parlando la loro lingua, temevo di spaventarli. Beh! dopo qualche minuto avevo tra le braccia due neonate e una fila di bambini che mi giravano intorno sorridenti, e pieni di gioia di vivere nonostante le condizioni in cui vivevano. Mancavano di tutto, nell’orfanotrofio c’era un solo rubinetto per cinquanta bambini e le suore. Spesso non ci sono medicinali, quindi anche un banalissimo raffreddore o un semplice caso di dissenteria può diventare letale.

Le suore però sono amorevoli e cercano di tutelare i bambini come meglio possono ma il dover far fronte a mille difficoltà le costringe ad un continuo duro lavoro. Il tempo per le coccole e il gioco è veramente poco, nelle ore che ho trascorso all’orfanotrofio ho visto i bimbi che aspettavano pazientemente di essere presi in braccio, entusiasmarsi per un girotondo e un cavalluccio,
ed io mi muovevo disinvolta senza supporto.
Quella realtà, quei bambini, la loro serenità e quella delle suore che nonostante tutto riescono a cogliere la vera essenza della vita e a considerarla sempre e comunque un dono mi hanno sbloccata in tutti i sensi, non solo fisicamente, facendo nascere in me il coraggio e la forza di affrontare le sofferenze che in quel momento mi affliggevano. Mi hanno aiutata a guardare il mondo con occhi positivi e ad essere più obiettiva, ma soprattutto mi hanno restituito la gioia di vivere e sorridere che credevo perduti.
L’incontro con Clementine ed i bambini per me è stato un dono e nulla di quello che io potrò fare per loro sarà mai paragonabile a quello che loro hanno fatto per me.
Sono passati quasi due anni da quel primo viaggio che ha cambiato la mia vita, sono già tornata in Senegal due volte, il “mal d’Africa” mi ha colpita in pieno, anzi si intensifica con il passare del tempo.

Attualmente a Monza ci siamo costituiti Associazione, con i nostri aiuti moltissimi bambini possono frequentare la scuola, la cultura è fondamentale per lo sviluppo di un paese ma soprattutto è un diritto per ogni bambino. Per quanto riguarda l’orfanotrofio di Suor Clementine, da quell’unico rubinetto cui ho accennato è partito un progetto idrico, ora i bimbi non devono più andare al pozzo con i secchi a prendere l’acqua per lavarsi, sono state costruite delle docce ma c’è ancora tanto da fare e gli aiuti non sono mai abbastanza!
Durante i nostri viaggi portiamo materiale umanitario ed effettuiamo spedizioni che però sono molto costose. Inoltre ci stiamo organizzando per promuovere delle manifestazioni il cui ricavato finanzierà nuovi progetti e nuove adozioni. Non abbiamo la presunzione di risolvere i problemi del mondo, dell’Africa e nemmeno del Senegal, sappiamo di essere solo un piccolo gruppo entusiasta ma è senz’altro meglio di niente.
Non abbiamo grandi ambizioni ma forse troveremo nuovi amici e allora sì! potremo migliorare la vita di qualcuno in un piccolo angolo di mondo. So che altre persone fanno la stessa cosa altrove, auguro buona fortuna anche a loro! grazie per avermi ascoltata… Vi aspetto!