Grazie, SPIRITO

Pubblicato il 5 gennaio 2007 in Lo SPIRITO dell'Africa

Grazie, SPIRITO

Ultimo giorno, non ci vogliamo pensare. Le valigie sono pronte e vengono portate all’aereoporto. Ma ci resta un velo di malinconia, Gianandrea e Luisella non hanno più rivisto Clementine ed i bimbi, dal giorno in cui si sono ammalati. Se ci fosse il tempo prenderebbero un taxi e correrebbero a Oussouye a salutare tutto l’orfanotrofio. Ma non è possibile, dobbiamo essere in aeroporto per le ore 13,00. Chiamo Clementine al telefono e le mando il saluto di tutti noi, mentre nel piazzaletto della reception attendiamo, con tutti gli altri ospiti dell’albergo, l’ora di trasferirci in aeroporto. Non conosciamo nessuno delle altre persone, in fondo non siamo mai stati in albergo e non abbiamo potuto allacciare amicizie. I nostri pensieri sono ricchi di ricordi e di emozioni ma il nostro cuore è triste. Quando ad un tratto…dalla strada si sente un vociare di bambini ed un gran movimento. Corriamo tutti verso l’uscita… è CLEMENTINE!
E’ venuta a salutarci, in braccio ha un fagottino, intorno a lei alcuni bambini 1… 2… 3… 4… 13…14…15. Si è portata i quindici bimbi più piccoli, compresa Serena che tiene in braccio. 18 persone su un taxi da 7 posti! Diavolo di una Clementine, che sorpresa! L’arrivo dei bimbi crea scompiglio tra tutti gli ospiti dell’albergo che si “rubano” i bambini, si passano Serena e ci tempestano di domande. “Ma chi sono questi bambini? Chi siete voi? Cosa fate?” “Noi pensavamo che foste dei “missionari”!” Vogliono sapere tutto della nostra associazione e promettono che ci contatteranno al loro ritorno in Italia. Clementine riceve offerte da tutti e una signora si avvicina a Francesca infilandole in mano una grossissima offerta. Francesca ha un attimo di smarrimento poi invita la benefattrice a consegnare la grossa somma direttamente alla suora. Superato lo shock iniziale iniziamo a notare i particolari più gustosi dei bimbi. Per l’occasione molti di loro indossano i vestiti che abbiamo portato con i nostri pacchi. Jean Pierre indossa la giacca a vento comprata da noi in Italia durante la sua visita di Settembre e che non aveva potuto portare a casa. “Quando l’ha vista nello scatolone ha voluto metterla a tutti i costi” conferma Clementine. E nonostante i 27 gradi Jean Pou si tiene stretto il suo abbigliamento da bulletto delle periferie americane: canottiera, giacca a vento, pantaloni larghi e scarpe 5 numeri più grandi, uno spasso! Gli diciamo di toglierla perché fa caldo ma non se ne parla, è sua e deve farla vedere.
Ma il migliore è Terance: completo gessato grigio, tono su tono, accompagnato da scarpe di …Barbie! Fantastico! Cristina chiede a Bertrand se ha conservato la loro foto, “Oui, alla maison” risponde teneramente. Nel frattempo Charles, Bertrand e Kadidiatou sono al centro degli obiettivi dei turisti: come al solito sono i nostri “ragazzi-immagine”. Finchè qualcuno di loro non nota … il mare! Ma certo il mare, molti di loro l’avranno visto solo da lontano, altri mai. Tutti alla spiaggia: un momento indimenticabile. I bimbi restano a bocca aperta davanti all’immensità delle acque, qualcuno ha paura, ma i più temerari si lanciano nel gioco delle onde. Cristina, Giulia, Flavia e Francesca si divertono ancora di più. Alulum, Alulum! Prends moi!” “Prendi me!” grida Terance con aria furbetta tendendo le braccia. E Giulia ha deciso: visto che non ha più un bambino per l’adozione, adotterà proprio lui che non ha ancora un benefattore. E’ un bellissimo finale di vacanza per tutti, ma per noi è molto di più. Purtroppo ora è davvero il momento di partire e ci dirigiamo verso la strada. Mi viene incontro un ragazzo del posto cui avevo promesso che avrei lasciato le mie scarpe da ginnastica che apprezzava molto. “Non posso” dico “le sto usando ora e le altra scarpe sono nella valigia che è già in aeroporto”. Vedo la sua delusione. Tolgo le scarpe e gliele regalo. Andrò in aeroporto scalzo. Tutti i bimbi salgono sul taxi e si stipano nei sedili posteriori. E’ il momento dei saluti. “Addio Jean Pou, a presto Charles, ciao ciao Kadidiatou e Bertrand, bye bye Terance, Barnabe, Jules. Ma quanti siete ?!” La commozione tracima da tutti i nostri pori. Ad ogni abbraccio Clementine ci ringrazia, con le lacrime agli occhi. “Merci, merci pour tout”. Nessuno ha parole.
Grazie a te Clementine per tutto quello che fai e per quanto ci hai regalato in questi giorni. Sale sul taxi e si allontana. Addio Bimbi, addio Clementine, addio SPIRITO.